sabato 8 febbraio 2020

Buon compleanno Giuseppe Ungaretti! (8 Febbraio 2020, l'omaggio musicale di Joe Natta)


Oggi, nel 1888, nasceva l'immenso Poeta GIUSEPPE UNGARETTI.
Per me il più grande di tutti i poeti italiani.
Per questo anniversario vi lascio qua sotto tutte le poesie di Ungaretti che ho musicato in suo onore all'interno del progetto "MUSICA E POESIA", dedicato alla riscoperta in musica dei poeti di ieri e di oggi. Buon ascolto e buona lettura!
(Joe  Natta)



NATALE
Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade Ho tanta stanchezza sulle spalle Lasciatemi così come una cosa posata in un angolo e dimenticata Qui non si sente altro che il caldo buono Sto con le quattro capriole di fumo del focolare




SAN MARTINO DEL CARSO
Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca E’ il mio cuore Il paese più straziato




12 SETTEMBRE 1966
Sei comparsa al portone in un vestito rosso per dirmi che sei fuoco che consuma e riaccende. Una spina mi ha punto delle tue rose rosse perché succhiassi al dito, come già tuo, il mio sangue. Percorremmo la strada che lacera il rigoglio della selvaggia altura, ma già da molto tempo sapevo che soffrendo con temeraria fede, l'età per vincere non conta. Era di lunedì, per stringerci le mani e parlare felici non si trovò rifugio che in un giardino triste della città convulsa.



PER I MORTI DELLA RESISTENZA
Qui Vivono per sempre Gli occhi che furono chiusi alla luce Perché tutti Li avessero aperti Per sempre Alla luce



IL PORTO SEPOLTO
Vi arriva il poeta e poi torna alla luce con i suoi canti e li disperde Di questa poesia mi resta quel nulla d’inesauribile segretoVi arriva il poeta e poi torna alla luce con i suoi canti e li disperde Di questa poesia mi resta quel nulla d’inesauribile segreto



SERENO
Dopo tanta nebbia a una a una si svelano le stelle Respiro il fresco che mi lascia il colore del cielo Mi riconosco immagine passeggera Presa in un giro Immortale.



PRATO
La terra s’è velata di tenera leggerezza Come una sposa novella offre allibita alla sua creatura il pudore sorridente di madre.



AGONIA
Morire come le allodole assetate sul miraggio O come la quaglia passato il mare nei primi cespugli perchè di volare non ha più voglia Ma non vivere di lamento come un cardellino accecato



MATTUTINO E NOTTURNO
Placida vastità Avvicendarsi di isole spopolate Melodioso silenzio Afa di una folla dannata di pupille formicolanti ondulate lucidità di malie



SOLDATO
Sono impoverito la povertà dei sassi sui quali mi butto quando viene il momento d'aspettare. Non ho più nulla da dare che questa durezza di vita battuta come una strada di guerra



C'ERA UNA VOLTA
Bosco Cappuccio ha un declivio di velluto verde come una dolce poltrona Appisolarmi là solo in un caffè remoto con una luce fievole come questa di questa luna.



LAGO LUNA ALBA NOTTE
Gracili arbusti, ciglia Di celato bisbiglio… Impallidito livore Rovina… Un canto solo passa Col suo sgomento muto… Conca lucente Trasporti alla luce del sole. Torni ricolma di riflessi, anima, E ritrovi ridente L’oscuro… Tempo fuggitivo tremito…



PARI A SÉ
Va la nave, sola Nella quiete della sera. Qualche luce appare Di lontano, dalle case. Nell'estrema notte Va in fumo a fondo il mare. Resta solo, pari a sé, Uno scroscio che si perde... Si rinnova...





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