giovedì 13 febbraio 2020

Oggi, nel 1912, nasceva la Poetessa Antonia Pozzi (L'omaggio musicale di Joe Natta)


Oggi, nel 1912, nasceva a Milano la Grandissima poetessa Antonia Pozzi.
È stata una delle più grandi poetesse italiane di sempre.

“forse l'età delle parole è finita per sempre”



Joe Natta nel suo progetto musicale “MUSICA E POESIA”, dedicato alla riscoperta dei più grandi poeti italiani di ieri e oggi, ha omaggiato anche Antonia Pozzi, una delle sue poetesse preferite, musicando alcune delle sue poesie più belle che potete ascoltare qua sotto:

NOVEMBRE
E poi – se accadrà ch’io me ne vada –
resterà qualchecosa
di me
nel mio mondo –
resterà un’esile scìa di silenzio
in mezzo alle voci –
un tenue fiato di bianco
in cuore all’azzurro –
Ed una sera di novembre
una bambina gracile
all’angolo d’una strada
venderà tanti crisantemi
e ci saranno le stelle
gelide verdi remote –
Qualcuno piangerà
chissà dove – chissà dove –
Qualcuno cercherà i crisantemi
per me
nel mondo
quando accadrà che senza ritorno
io me ne debba andare.



NOTTURNO
Curva tu suoni 
ed il tuo canto è un albero d’argento 
nel silenzio oscuro -
Limpido nasce 
dal tuo labbro - il profilo 
delle vette - nel buio -
Muoiono le tue note 
come gocce assorbite dalla terra -
Le nebbie sopra gli abissi 
percorse dal vento 
sollevano il suono 
spento nel cielo -



STANCHEZZA
Svenata di sogni
ti desti:
ti è pallida coltre 
il cielo mattinale.
Come a un mortale
pericolo scampata,
con gesto umile - i gridi
delle campane scosti:
debolmente,
preghi nel poco sole 
un silenzio.



CANTO DELLA MIA NUDITÀ
Guardami: sono nuda. Dall'inquieto
Languore della mia capigliatura
Alla tensione snella del mio piede,
io sono tutta una magrezza acerba
inguainata in un color avorio.
Guarda: pallida è la carne mia.
Si direbbe che il sangue non vi scorra.
Rosso non ne traspare. Solo un languido
Palpito azzurrino sfuma in mezzo al petto.
Vedi come incavato ho il ventre. Incerta
È la curva dei fianchi, ma i ginocchi
E le caviglie e tutte le giunture,
ho scarne e salde come un puro sangue.
Oggi, m'inarco nuda, nel nitore
Del bagno bianco e m'inarcherò nuda 
domani sopra un letto, se qualcuno
mi prenderà. E un giorno nuda, sola,
stesa supina sotto troppa terra,
starò, quando la morte avrà chiamato.



PIANURE A MAGGIO
In lucidi specchi
tra volti di nuvole bianche
si celano i grani
del riso.
Traspaiono strade
nel gracile bosco,
dai greti si porgono
al fiume.
Sugli alti viadotti
barcollano andando
lenti i carri
dell'erba recisa.






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