Per me il più grande di tutti i poeti italiani.
Per questo anniversario vi lascio qua sotto tutte le poesie di Ungaretti che ho musicato in suo onore all'interno del progetto "MUSICA E POESIA", dedicato alla riscoperta in musica dei poeti di ieri e di oggi. Buon ascolto e buona lettura!
(Joe Natta)
NATALE
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
SAN MARTINO DEL CARSO
Di queste case
Non è rimasto
Che qualche
Brandello di muro
Di tanti
Che mi corrispondevano
Non è rimasto
Neppure tanto
Ma nel cuore
Nessuna croce manca
E’ il mio cuore
Il paese più straziato
12 SETTEMBRE 1966
Sei comparsa al portone
in un vestito rosso
per dirmi che sei fuoco
che consuma e riaccende.
Una spina mi ha punto
delle tue rose rosse
perché succhiassi al dito,
come già tuo, il mio sangue.
Percorremmo la strada
che lacera il rigoglio
della selvaggia altura,
ma già da molto tempo
sapevo che soffrendo con temeraria fede,
l'età per vincere non conta.
Era di lunedì,
per stringerci le mani
e parlare felici
non si trovò rifugio
che in un giardino triste
della città convulsa.
PER I MORTI DELLA RESISTENZA
Qui
Vivono per sempre
Gli occhi che furono chiusi alla luce
Perché tutti
Li avessero aperti
Per sempre
Alla luce
IL PORTO SEPOLTO
Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde
Di questa poesia
mi resta
quel nulla
d’inesauribile segretoVi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde
Di questa poesia
mi resta
quel nulla
d’inesauribile segreto
SERENO
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle
Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo
Mi riconosco
immagine
passeggera
Presa in un giro
Immortale.
PRATO
La terra
s’è velata
di tenera
leggerezza
Come una sposa
novella
offre
allibita
alla sua creatura
il pudore
sorridente
di madre.
AGONIA
Morire come le allodole assetate
sul miraggio
O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perchè di volare
non ha più voglia
Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato
MATTUTINO E NOTTURNO
Placida
vastità
Avvicendarsi
di isole
spopolate
Melodioso
silenzio
Afa
di una folla
dannata
di pupille
formicolanti
ondulate
lucidità
di malie
SOLDATO
Sono impoverito
la povertà dei sassi
sui quali mi butto
quando viene il momento
d'aspettare.
Non ho più nulla
da dare
che questa durezza
di vita battuta
come una strada
di guerra
C'ERA UNA VOLTA
Bosco Cappuccio
ha un declivio
di velluto verde
come una dolce
poltrona
Appisolarmi là
solo
in un caffè remoto
con una luce fievole
come questa
di questa luna.
LAGO LUNA ALBA NOTTE
Gracili arbusti, ciglia
Di celato bisbiglio…
Impallidito livore
Rovina…
Un canto solo passa
Col suo sgomento muto…
Conca lucente
Trasporti alla luce del sole.
Torni ricolma di riflessi, anima,
E ritrovi ridente
L’oscuro…
Tempo fuggitivo tremito…
PARI A SÉ
Va la nave, sola
Nella quiete della sera.
Qualche luce appare
Di lontano, dalle case.
Nell'estrema notte
Va in fumo a fondo il mare.
Resta solo, pari a sé,
Uno scroscio che si perde...
Si rinnova...
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